“I valori di rispetto, coraggio, altruismo, equilibrio e dominio di sé, appresi nello sport sono una preziosa preparazione per una buona riuscita nella corsa della vita.Lo sport, in una parola, è sempre pensato per essere al servizio dell’umanità”(Papa Francesco – giugno 2019)
Due lati della medaglia che convivono grazie alla presenza di un impianto regolamentare e di una struttura che permetta lo svolgimento di una sana, equilibrata competizione e che permetta sia di puntare e lavorare sulle performance sportive che sugli aspetti promozionali e sociali che caratterizzano un movimento sportivo come il nostro.
Certo, alcune Federazioni sportive, che possono contare su una struttura più evoluta e sviluppata della nostra, soprattutto in termini di forza lavoro e risorse interne, possono creare circuiti e competizioni differenziate: alcune di carattere promozionale e non agonistico, altre dichiaratamente dedicate a chi lo sport lo vive in quanto tale e che, pur senza mai rinnegare o dimenticare i valori umani, sociali e relazionali che sono intrinsecamente parte del concetto di sport, vuole godere di una competizione sportiva di livello superiore e più agonistica.Da sempre FIWH, pur senza le risorse di altre realtà sportive, ha cercato, in concerto con le società che la compongono, di coniugare i due aspetti.
Per questo si è deciso, assieme, in assemblea, di organizzare due campionati di serie diverse; per questo si è deciso, assieme, di perseguire un percorso di crescita che ci ha visto scegliere di richiedere e ottenere la personalità giuridica; per questo ci si è impegnati, e lo si fa tutt’oggi, a stabilire e applicare dei regolamenti che ci consentano di giocare in modo equo, permettendo la partecipazione di tutti, salvaguardando i valori sociali e relazionali così come quelli sportivi e agonistici.
In una Federazione, così come in ciascuna società sportiva, vi sono tantissime figure (tecnico sportivo, allenatori, preparatori atletici, dirigenti, presidenti, ecc.), ciascuna con un ruolo, legato al rispetto delle regole, che funge da esempio e messa in pratica dei valori che caratterizzano l’attività della società stessa: collaborazione, aiuto reciproco, spirito di gruppo, disciplina personale, condivisione, rispetto delle regole, tolleranza e inclusione. Questi valori sono gli stessi che caratterizzano la pratica sportiva in sé, indipendentemente dal nome dello sport e dal livello agonistico con cui lo si pratica.
Chi sta alla guida, sia esso un presidente o un allenatore, ha l’obiettivo di scovare e far vedere abilità non ancora conosciute, dare ai suoi ragazzi la possibilità di riconoscerle ed esprimerle in un contesto in cui anche chi insegna, impara. Educare, che deriva dal latino “ex ducere” significa, infatti, “tirar fuori”, “rendere visibile” ciò che è possibile, ciò che in potenza c’è in ognuno di noi, quindi vuol dire costruire insieme.
E’ quello che FIWH in 25 anni ha fatto e continua a fare. Costruire assieme alle società, agli atleti, ai dirigenti e ai diversi stakeholder (portatori di interesse) siano essi associazioni di pazienti, associazioni o federazioni sportive o altre realtà con cui collaborare e agire in sinergia. Lo dimostrano i corsi di formazione che stiamo promuovendo, lo dimostrano le collaborazioni che abbiamo promosso e stiamo definendo e lo dimostra la volontà di incontrare le associazioni che con noi collaborano in una tavola rotonda che ci permetta di capire, e ascoltare, le istanze che provengono da queste realtà, estranee al mondo sportivo, ma in esso coinvolte a diverso titolo.
Sono convinto, e con me lo è l’intero Consiglio Federale, che l’attuale impianto regolamentare sia stato pensato, assieme a tutti voi, per rispondere adeguatamente alle diverse situazioni, anche particolari, che si possano venire a creare durante una stagione, comprese le cause di forza maggiore.