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Lettera del Presidente Federale

Carissimi, 
pochi giorni fa un nostro atleta, Donato Grande, ha avuto l’occasione di salire sul palco dell’Ariston assieme ad Ibrahimovic e ad Amadeus.

Per me come Presidente e per noi come FIPPS ricevere l’invito di RAI è stato un vero onore. 

Una possibilità, più unica che rara, per far conoscere il nostro movimento e, in particolare il Powerchair Football.

Ebbene sì, la richiesta era diretta proprio al Football, perché si sa, l’Italia è un paese calciofilo e perché chiaramente sul palco un campione di spessore internazionale come Ibrahimovic ha preferito avere qualcuno con cui poter scambiare due palleggi con un pallone e non due tiri con mazza T-stick e pallina.

Quando abbiamo ricevuto la chiamata dagli autori di Sanremo non abbiamo esitato a dire “ci saremo!” e nemmeno Donato ha battuto ciglio, si è reso subito disponibile a sobbarcarsi una lunga trasferta peraltro in un momento così delicato.

Il fil rouge che ha portato gli autori del Festival a cercare FIPPS è stato il Football, il calcio che, nonostante la sua recente annessione a FIPPS ne è parte integrante e motivo di orgoglio. In pochi mesi siamo passati, in parte per lo stesso appeal che a qualunque italiano richiama la parola calcio, da 3 a 12 squadre pronte a scendere in campo in quello che doveva essere il 1° vero Campionato Nazionale di Powerchair Football. 

Se la pandemia ci avesse dato tregua, oggi, oltre ai raduni degli azzurri del Powerchair Hockey, si sarebbe iniziata ad allenare anche la Nazionale di Powerchair Football che puntiamo a far esordire nel 2022 nella prima competizione internazionale per poter sognare di vivere le grandi emozioni delle competizioni di alto livello. 

Lo devo dire, alcuni commenti che ho letto sui social mi hanno davvero amareggiato. 

Sono testimone dell’immenso lavoro che il team sia di dipendenti che di volontari, che instancabilmente si dedica al dietro alle quinte di FIPPS e rende possibili tantissime delle iniziative che portiamo avanti, ha compiuto nel corso dell’ultima settimana. Lo abbiamo fatto tutti con passione immensa, con dedizione totale, con attenzione e soprattutto con orgoglio per l’occasione speciale che ci si è presentata tra le mani. 

So che ho e abbiamo fatto un lavoro certosino e insistente fatto di proposte, di negoziazioni, di suggerimenti a tutti i livelli.

Non pensate che non si sia provato a trovare il modo per cui il grande traguardo della vittoria del  mondiale della Nazionale del Powerchair Hockey fosse raccontato o almeno citato.

Non pensate che non ci sia stato un grosso lavoro per suggerire agli autori RAI i temi e le idee per la composizione del numero all’Ariston. I numeri citati da Amadeus provengono dalle recenti statistiche di UILDM circa l’inclusività scolastica e il diritto al gioco, e il fatto che siano stati citati rafforza ancora di più la rinnovata sinergia con una realtà associativa alla quale FIPPS deve, di fatto, i natali.  

La serata del 4 marzo è stata anche parecchio sfortunata per il Festival, tra il ritardo di Ibrahimovic causa incidente e il disguido con l’audio dei microfoni in uno dei primi duetti la scaletta ha subito, non solo un ritardo, ma un vero e proprio sconvolgimento.

Donato, che era presente all’Ariston fin dal pomeriggio, ha atteso nel backstage per ore.

La sua apparizione prevista alle 22.30 è stato uno degli happening che ha subito una contrazione in termini di tempo a disposizione importante.

L’emozione di essere in mondovisione, sul palco della trasmissione più longeva della Tv italiana, davanti al proprio idolo credo possano essere ragioni sufficienti per spiegare ogni eventuale dimenticanza. 

Personalmente mi sento solo di ringraziare e di complimentarmi con Donato per la sua destrezza e la sua presenza scenica. Io non sarei riuscito a fare di meglio, anzi, dubito che sarei proprio riuscito a spiccicare parola. Come sottolineato da tantissime Associazioni partner di FIPPS, prima tra tutti la già citata UILDM, ritengo anche che lo sport paralimpico, e i Powerchair Sport siano usciti vincenti dall’Ariston

Sono stati raccontati da Donato come un’opportunità e una possibilità per andare oltre i limiti. Come riportato dallo stesso Marco Rasconi, presidente UILDM, in una sua dichiarazione la storia di Donato è la storia di tutti noi. Di un ragazzo che si è innamorato di uno sport, non interessa il nome della disciplina, interessa la passione, la dedizione il sacrificio e l’impegno che ci mette ogni giorno per giocare, per allenarsi, per fare promozione sul territorio, per organizzare, per coinvolgere. Tutti noi, nessuno escluso, conosce le difficoltà che in quanto atleti, società e federazione incontriamo tutti i giorni nello svolgere e nel raccontare le nostre realtà. 

Bene, poche sere fa sul palco di Sanremo Donato ha duettato con un campione indiscusso del calcio internazionale. Ha dimostrato, in pochi minuti, che si può fare, che fare sport è una possibilità davvero per tutti, senza se e senza ma. Certo, se Ibra non avesse fatto ritardo, se non fossero intervenuti i problemi tecnici, se… se… se… se tutto fosse andato come previsto Donato sarebbe stato sul palco alle 22.30 e i minuti a nostra disposizione sarebbero stati magari di più, e tante cose, compresa la bella raccomandazione di Amadeus sul senso civico avrebbe avuto più tempo e si sarebbe svolta in un’atmosfera meno concitata che, forse, avrebbe permesso anche di evitare la gaffe lessicale del presentatore. Forse, perché i testi di Sanremo, non li abbiamo scritti noi e nemmeno Amadeus probabilmente.

Non vogliamo giustificare nessuno, ma va anche detto che gli autori di Sanremo sono autori di una kermesse che è, non dimentichiamolo, in primis una gara canora, non un salotto di approfondimento medico scientifico. Bene come riportato anche da Jacopo Melio sul suo articolo su Vanity FairAmadeus ha ragione quando sostiene che la disabilità non dipende esclusivamente dalle Istituzioni e dalla politica, ma che è una responsabilità collettiva” e che “spolverato il classico filo di retorica ipocrita, perché sappiamo bene che l’automobile su un marciapiede o sul parcheggio giallo riservato alle persone con disabilità, almeno una volta nella vita, probabilmente ce l’ha lasciata chiunque, Ama compreso, magari con la classica scusa del «sono solo cinque minuti», ribadire un concetto così importante durante una manifestazione estremamente seguita da un pubblico generalista, non può fare che bene.”.

Altrettanto bene, credo, possa aver fatto per tanti bambini e bambine, ragazzi e ragazze con disabilità vedere un ragazzo in carrozzina palleggiare con Ibra, e scoprire che se vorranno potranno.

FIPPS era stata invitata a portare sul palco il Powerchair Football e a parlare dell’opportunità che i Powerchair Sport possono regalare. Sono sereno nel dire che lo abbiamo fatto e lo abbiamo fatto bene. Donato, su quel palco, rappresentava tutti tutto il nostro movimento e, con la sua sola presenza su quel palco ha celebrato la nostra storia e il nostro percorso: da Puccio Maccione che fu il primo a credere nei Powerchair Sport e a volerli portare in Italia e a coinvolgere tanti ragazzi, a Riccardo Rutigliano che con l’allora WHL ha avviato i campionati e dato respiro nazionale al movimento a Antonio Spinelli che per tanti anni si è impegnato per far crescere questa famiglia anche grazie al Powerchair Football. Sono solo alcuni nomi, ce ne sarebbero tanti da citare e che per il nostro movimento hanno fatto tanto, ma mi perdonerete la sintesi. In 6 minuti, su quel palco siamo riusciti a fare una promozione che in anni non saremmo mai riusciti a fare, il nostro logo e la patch, che  sarà la stessa sul petto di entrambe le nazionali con il richiamo evidente al nostro tricolore e al nostro stemma è stato visibile, inquadrato direttamente e ha permesso a tantissimi di trovarci, di cercarci e di contattarci.

I numeri ce lo dimostrano in termini di visualizzazioni, di contatti, di possibilità che ci si stanno aprendo e che fino a pochi giorni fa erano impensabili. Sono possibilità nuove e uniche per FIPPS, che vuol dire per tutti, tanto per l’hockey quanto per il football, insieme, non per l’uno o per l’altro.

Abituiamoci all’idea di essere NOI, di essere i POWERCHAIR SPORT, coltiviamo l’idea di condividere la passione, il sacrificio e le vetrine; abituiamoci a gioire delle vittorie di tutti e non farci prendere dal cieco agonismo che, onestamente, non ha senso di esistere perché noi, meglio di chiunque altro, dovremmo conoscere l’importanza del gioco di squadra.

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